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Stephanie Frappart, l’arbitro dei record

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Stephanie Frappart, questa sera, abbatterà un nuovo record per la sua carriera e per il movimento arbitrale divenendo la prima donna ad arbitrare una partita del massimo torneo maschile a livello europeo: la Champions League.

La direttrice di gara 37enne, questa sera, dirigerà il match tra Juventus e Dinamo Kiev in programma all’Allianz Stadium di Torino.

«Io sono l’arbitro, cioè la figura che prende le decisioni. L’importante non è il sesso, ma che quelle decisioni siano giuste» è da questa frase dell’atleta francese che la nostra redazione ha voluto approfondire i contenuti di una notizia che, nel 2020, non dovrebbe più apparire come una notizia straordinaria, ma “normale”.

A partire dal 2009, Stephanie diventa arbitro internazionale in campo femminile; nel 2015 dirige due match in occasione del Mondiale in Canada e altrettanti nei giochi olimpici di Rio del 2016 (Canada – Australia e Brasile – Sudafrica), la semifinale di UEFA Women’s EURO 2017 tra Olanda e Inghilterra e nel 2018 la finale del Mondiale femminile Under-20 tra Spagna e Giappone.

La Frappart, nella sua carriera, ha già stabilito molti record: è stata la prima donna a calcare i campi della serie B francese nel 2014 nella gara tra Niort e Brest e, cinque anni dopo, a dirigere la partita tra SC Amiens e RC Strasbourg, prima gara della Ligue 1 francese diretta da un “fischietto rosa”. Nel luglio dello stesso anno arbitra il match della finale di Coppa del Mondo FIFA femminile tra Stati Uniti e Olanda. Il 14 agosto 2019 arbitra la Supercoppa Europea disputata tra Liverpool e Chelsea, una partita complicata terminata ai tiri di rigore dopo i tempi supplementari.

Quest’anno, dopo l’esordio nei gironi di UEFA Europa League tra Leicester City – Zorya il 22 ottobre 2020, arriva la designazione in Champions League.

L’ormai popolare direttrice di gara francese ha colto “il pallone” al balzo per esprimere il suo pensiero a riguardo del suo record: «La competizione tra squadre e il gioco del calcio non cambiano: rimangono gli stessi, chiunque sia l’arbitro».

La Frappart, inoltre, sottolinea come sia da sdoganare il dogma obsoleto per il quale il mestiere dell’arbitro sia più incline ai soggetti maschili: «Abbiamo provato che tecnicamente e fisicamente siamo come gli uomini. Non abbiamo paura di sbagliare. Spero di essere d’esempio per le ragazzine».

di Francesco Tortora
Referente sezionale per la rivista “L’Arbitro”

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