Nella serata del 12 Aprile scorso, la Sezione AIA di Albenga ha avuto l’onore di ospitare l’arbitro internazionale della Sezione di Aprilia Maurizio Mariani. Articolo di Francesco Tortora, Referente sezionale per la Rivista “L’Arbitro”.
Ecco il suo curriculum in sintesi: entra in Associazione nel 2000 e approda in serie D nel 2007; dopo due anni di permanenza nei quadri, esordisce in Lega Pro nel 2009 e, nella stagione 2011/2012, viene promosso in Serie B. Mariani debutta in Serie A il 6 gennaio 2013, quando viene chiamato ad arbitrare la gara Chievo – Atalanta, anche se la promozione effettiva alla massima serie, nella quale può vantare ben 105 presenze, ha luogo Il 1º luglio 2015. A partire dal 2019 Mariani è stato inserito nella lista degli arbitri internazionali FIFA first class.
Nella riunione, svoltasi in modalità telematica, erano collegati gli associati nazionali della Sezione ingauna tra cui gli osservatori Giuseppe Tortora (CAN C), Pierluigi Casarini (CAN D), Riccardo Villa (CAI), Giuseppe Bellantoni (CAI), Michele Pellegrini (CAN 5) e dagli arbitri effettivi Stefano Calzolari (CAI) e Giacomo Di Gangi (CAN 5). Hanno inoltre assistito all’incontro il Presidente del Comitato Regionale Arbitri ligure Fabio Vicinanza e, tra i tanti associati connessi delle altre sezioni, i Componenti del Settore Tecnico Arbitrale Alessandro Masini, Lorenzo Bonello, e infine il Responsabile Macro-Regione Nord per la Rivista “l’Arbitro” Federico Marchi.
“Fare l’Arbitro vuol dire fare qualcosa con Amore…”
Proprio dal pensiero del Suo mentore, il compianto Stefano Farina, l’arbitro internazionale inizia la riunione e, continuando a leggere la citazione, dice che l’arbitraggio “…è una vita parallela segnata da Passione e Sofferenza”. Farina, infatti, associava la parola arbitro ad amore perché quello che concerne la nostra attività parte dalla passione con cui la svolgiamo e che cresce giorno dopo giorno con il lavoro fisico e mentale che investiamo sulla nostra attività. Essa ci porta a soffrire poiché ci interessa così tanto migliorare che ci fa patire se non riusciamo a fare sempre “bene in campo”.
“Il successo non è fortuna, è il frutto della non rinuncia e del sapersi rialzare dopo ogni caduta”. La non rinuncia è quella che permette a un grande arbitro di poter lavorare su sé stesso, seriamente e con determinazione, allo scopo di migliorare. Ciò su cui un direttore di gara deve concentrarsi maggiormente è capire come potersi rialzare dopo ogni caduta: “penso che sia la parte più difficile ma più importante per noi arbitri: ogni volta che si cade noi ne dobbiamo uscire rafforzati, questo è quello che fa la differenza”.
Nel corso della riunione Mariani ha voluto inoltre presentare l’arbitraggio con alcune parole chiave che iniziano per C: Condivisione, Connessione, Conoscenza, Coerenza, Collaborazione, Comunicazione.
“Bisogna credere veramente nella forza della Sezione perché da lì nasciamo: è importante partecipare attivamente alla vita associativa sezionale e condividere i valori per cui siamo riconosciuti in tutto il mondo. L’associazionismo, inoltre, serve per tenere vivo lo spirito di appartenenza che lega tutti noi”.
“In Sezione bisogna entrare tutti in connessione l’uno con l’altro reciprocamente, come stiamo facendo noi questa sera.” Da qui Mariani ha evidenziato come l’allenamento sia una delle parti fondamentali nella formazione di un arbitro, soprattutto in un momento difficile come questo.
“La passione ci porta a fare molti sacrifici. L’allenamento per me è stato fondamentale, infatti, prima di arrivare in prima categoria pesavo 25 chili in più. Da quel momento ho deciso di iniziare ad allenarmi tutti i giorni per diventare più bravo atleticamente, trovarmi più vicino all’azione ed essere lucido in sede decisionale. Nel momento in cui arriviamo alla forma fisica giusta riusciamo a fare scelte corrette, aumentando la credibilità nei nostri confronti.”
Lo studio del regolamento deve essere correlato alla preparazione della gara, fondamentale, e rappresenta il 50% della buona riuscita della partita.
“Qualche decennio fa non c’erano gli strumenti che ora abbiamo a disposizione. Dopo aver chiesto consiglio ai colleghi che hanno già diretto le squadre che dovrete affrontare, andate sulle piattaforme web e osservate con occhio critico gli highlights delle partite precedenti di quelle squadre”, anticipando così un mare di variabili ed evitare l’effetto sorpresa.
È importante il briefing pre-gara della terna arbitrale: “Prima della partita è fondamentale, poiché serve per dare dei ‘paletti’, ricordandoci che l’arbitro è il responsabile della terna, dell’organizzazione della trasferta, di cosa fa o non fa un assistente; essendo il leader della squadra deve dare indicazioni chiare”. “Ciò che porta un arbitro sulla buona strada è sicuramente l’esperienza, correlata alla coerenza dimostrata in campo sul piano disciplinare. Se in campo prendiamo decisioni semplici e precise riusciamo a far capire ai giocatori qual è la nostra linea di intervento e i calciatori lo comprendono.”
Saper comunicare, oggi più che mai, è indispensabile.
La comunicazione non verbale è quella che serve più a un arbitro, sottolineando che sul terreno di gioco bisogna gestire le situazioni con poca, corretta e precisa gestualità. Occorre essere capaci di trasmettere con il body language a chiunque, calciatori, osservatori, pubblico, che le nostre decisioni vengono prese con fermezza e determinazione.”
Maurizio ha salutato la Sezione di Albenga con un messaggio chiaro: “La cosa principale per voi deve essere andare in campo e decidere/arbitrare senza paura e con coraggio. Abbiamo una famiglia dietro, l’AIA, il CRA, la Sezione che, anche se sbagliamo, ci sorregge e ci difende. Voi, nella vostra vita e nell’arbitraggio, state facendo continuamente delle scelte: il caloroso consiglio che vi do è quello di continuare a farlo prendendo in considerazione più elementi possibili.”
Fonte: aia-figc.it