“Si può essere splendidi a trent’anni, affascinanti a quarant’anni, e irresistibili per il resto della vita”
(Coco Chanel)

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Nel corso della stagione 2015/16, la Sezione  AIA di Albenga ha festeggiato i trent’anni dalla sua nascita. Nel febbraio 1986, nella sala consiliare del municipio di Albenga, alla presenza del Presidente AIA dell’epoca Giulio Campanati, del Sindaco Angelo Viveri e del Presidente C.A.R. Luciano Lupi, si aprì una delle pagine più importanti della storia dello sport ingauno, che grazie alla Sezione ha visto alcuni suoi cittadini calcare i principali campi del nostro Paese.

La Sezione è intitolata a Stefano Grasso, arbitro albenganese (associato all’epoca della Sezione di Savona) di professione vigile urbano, caduto tragicamente durante il terribile sisma che colpì il Friuli Venezia Giulia nel 1976, dopo aver diretto solo poche gare. Il primo Presidente della Sezione fu Carlo Geddo, impresario edile di professione, un passato da buon arbitro in Regione, prima di divenire apprezzatissimo dirigente A.I.A, e capace di tessere ottime relazioni con i vertici federali ed arbitrali dell’epoca;  suo il merito della nascita e dello sviluppo della sezione ingauna, che ha presieduto fino alla fine della sua vita. La nascita della Sezione di Albenga corona una storia che ha le sue origini all’inizio del secolo scorso, in risposta al crescente successo che il gioco del football stava riscuotendo nel comprensorio ingauno (grazie anche allo sviluppo di società come la San Filippo Neri e l’Albenga). A questa esplosione corrispose l’immediato bisogno di reperire direttori di gara per le partite che si andavano a disputare: nel 1927 nacque quindi il “Gruppo Arbitri Riviera di Ponente”, composto da giacchette nere provenienti da un comprensorio che si dipanava fra Savona ed il confine francese. A partire da questo insieme, nel 1932, sorse un “sottogruppo” albenganese, che comprendeva gli alassini Bottelli e Vidal, il loanese Nichero, il laiguegliese Maglione e gli ingauni Menchetti e Simone. Proprio Martino Simone fu una delle più importanti figure della storia arbitrale albenganese: uomo di sport, vulcanico e passionale, iniziò la sua carriera calcistica nel ruolo di portiere finché uno scontro con un avversario lo costrinse ad abbandonare i pali; divenne prima arbitro, quindi commissario di campo ed osservatore, nonché convinto sostenitore della necessità di avere una Sezione AIA nel nostro comprensorio.

ferro-burasteroA favore di questo obiettivo si mosse anche Gianluigi Ferro; finalese, dirigente d’azienda, numeri alla mano il miglior direttore di gara che questo comprensorio abbia mai espresso (arbitrò in Serie B negli anni’60 ed in seguito raggiunse il livello nazionale anche da osservatore), intellettuale raffinato, poliglotta e viaggiatore, portò avanti degli studi che mostrarono l’importanza strategica della Sezione nell’albenganese.

La sua collocazione nel territorio della nostra Regione ha infatti permesso nel corso degli anni di reperire e preparare a dovere numerosi arbitri in un’area molto vasta che va da Andora a Finale Ligure (compresi i relativi entroterra), che proprio per la sua distanza e per la difficoltà di collegamento rispetto al capoluogo, sarebbe stata difficilmente coperta. La nascita della Sezione rientrava anche in un ambizioso progetto che la Federazione provò a portare avanti nel corso di quegli anni, ovvero la creazione di un vero e proprio comitato periferico nell’ingauno, in grado di organizzare e gestire interi campionati e dotato quindi di una sua Sezione AIA, un po’ come avvenuto con Chiavari; ma se del comitato non vi fu mai traccia, la Sezione arbitri riuscì a venire alla luce.

La Sezione ha proseguito la sua attività in questi anni permettendo a diversi ragazzi di togliersi grandi soddisfazioni, anche a livello nazionale; merito anche della grande dedizione dei tanti dirigenti che con passione hanno seguito la vita dell’associazione: fra questi, ricordiamo in particolare Claudio Rosso, prima segretario e poi Presidente, che fino all’ultimo giorno ha seguito con grande partecipazione le vicissitudini dei direttori di gara albenganesi.

I numeri di oggi parlano di una realtà composta da oltre 60 persone che  negli ultimi quattro anni ha raggiunto risultati tecnici importanti, abbattendo l’età media dei suoi associati e portando ben cinque colleghi al debutto nella massima categoria regionale (dove mancava da alcune stagioni); incrementando l’attività associativa, cementando il gruppo e radicando sempre di più la sua presenza nella vita della comunità albenganese.