A Sportilia, tra le alture dell’Appennino tosco-romagnolo, è tempo dei consueti raduni nazionali e non solo: da sabato 25 agosto 2018 i Responsabili degli osservatori arbitrali regionali si sono incontrati con il Settore Tecnico per una due giorni intensa e davvero proficua.
In concomitanza con il raduno della CAI, il Responsabile del Settore Tecnico Alfredo Trentalange ha coinvolto i rappresentanti regionali con l’obiettivo di uniformare le disposizioni per gli osservatori arbitrali. “Alla luce della nuova relazione – ha detto Trentalange ai Responsabili dei CRA e CPA – E’ importante formare adeguatamente gli osservatori. Cambiano le linee guida e cambia lo spirito con cui l’osservatore affronta la gara”.
Infatti, viene richiesta una migliorata capacità di sintesi: devono sparire inutili fronzoli e poco produttive dissertazioni; il nuovo modello richiede concetti chiari, capacità di comunicazione e abilità nel saper cogliere gli aspetti fondamentali della prestazione. L’incontro ha rappresentato l’occasione di confrontarsi in maniera aperta e costruttiva “Per crescere e migliorare è fondamentale vivere questi momenti come se fossimo all’interno di uno spogliatoio” ha detto Alfredo Trentalange dando vita ad una tavola rotonda fatta di condivisione delle differenti realtà regionali e di tecnica attraverso anche video quiz alla presenza di Antonio Latini del Settore Tecnico.
“Parlare del nostro lavoro e di quanto tutti facciamo per gli osservatori ci aiuta a capire quanto viene investito in questa figura e quanto impegno ci sia alla base” ha detto Francesco Milardi, Vice Responsabile dell’area sud del Settore Tecnico.
Il nuovo modello da compilare da parte degli osservatori richiede un salto di mentalità da parte di tutti: “Viene richiesto di riuscire a cogliere gli aspetti chiave sintetizzando la complessità della prestazione arbitrale” ha detto Trentalange ribadendo la necessità di fornire strumenti pratici e operativi agli arbitri che scenderanno in campo. “Una relazione senza inutili orpelli permette di dare una maggiore e migliorata importanza alle peculiarità dell’arbitro ed evidenzia le qualità analitiche dell’osservatore” ha detto Luca Gaggero, Vice Responsabile dell’area nord del Settore Tecnico.
Il percorso per giungere ad una relazione strutturata in questo modo è stato ponderato, pianificato e lungamente approfondito: “Ci siamo confrontati con tutti i livelli del mondo arbitrale italiano – ha detto Vincenzo Meli, Responsabile del Modulo perfezionamento e valutazione del Settore Tecnico – Sono state analizzate le metodologie di lavoro delle altre nazioni e si è giunti alla conclusione dell’importanza di avere uno strumento sintetico e puntuale”.
Anche Duccio Baglioni, Vice Responsabile dell’area centro del Settore Tecnico, ha sottolineato “La relazione pone al centro dell’attenzione l’arbitro, la sua crescita e la sua maturazione: per questi motivi viene richiesta agli osservatori una capacità di massima aderenza alla realtà del campo”.
All’incontro sono intervenuti anche il Responsabile della CAI Andrea Gervasoni e il Coordinatore degli osservatori Maurizio Viazzi: essendo la CAI il primo organo tecnico nazionale, è fondamentale strutturare delle strategie formative comuni per uniformare il modo di compilare la relazione. “L’analisi dell’episodio non deve intimorire l’osservatore – ha detto Andrea Gervasoni evidenziando la necessità di approfondire anche i casi più controversi della gara laddove siano presenti spunti importanti per la crescita dell’arbitro – La trattazione del caso deve essere l’impulso per fornire all’arbitro chiavi di lettura e strumenti pratici per la partita successiva”.
Maurizio Viazzi ha parlato ai presenti del grande impegno nella formazione degli osservatori arbitrali: “L’AIA investe molto sulla figura dell’osservatore perché rappresenta un formatore importante nella fase di crescita e di costruzione dell’arbitro”.
Marcello Marcato, Coordinatore del Settore Tecnico, ha sottolineato il supporto costante che fornisce il Settore Tecnico: “Utilizzate i video che condividiamo periodicamente, fate tecnica e ricercate sempre la crescita dei vostri osservatori: solo così arriveranno preparati a livello nazionale”.
“Il motore di un osservatore deve essere la curiosità” ha sintetizzato in conclusione Alfredo Trentalange che ha ribadito “Un osservatore deve essere adeguatamente stimolato con l’obiettivo di scendere in campo preparato e soprattutto concentrato: un’uniforme metodologia di lavoro e la condivisione della propria attività sono alla base di un colloquio e di una relazione di livello e dai notevoli contenuti tecnici e formativi”.
Fonte: aia-figc.it